In fuga dalla guerra o dalle persecuzioni, ma anche in cerca di una tranquillità esistenziale e creativa. L'elenco delle personalità internazionali che — sull'arco degli ultimi due secoli almeno — hanno trovato nella Svizzera italiana un'accogliente terra di rifugio è piuttosto nutrito, anche di nomi storicamente rilevanti. Nella puntata di domenica 19 novembre — dalle 10.30 su RSI LA1 — Paganini presenta alcuni celebri casi in cui la nostra regione si è mostrata ospitale (ma non troppo) verso personalità legate al mondo della musica. In ordine di tempo, l'ultimo grande pianista a essersi stabilito a Lugano è Ivo Pogoreli¿. Musicista eccentrico, a tratti addirittura controverso, vive nella nostra regione ormai da un paio di decenni circa. E malgrado abbia ridotto di molto l'attività concertistica, a cadenze irregolari capita di poterlo ascoltare proprio a Lugano. In trasmissione troveranno spazio alcuni estratti da uno storico recital televisivo, registrato quando Pogoreli¿ era appena diciannovenne (pagine di Skrjabin, Beethoven, Scarlatti e Chopin). Una generazione e mezza prima di Pogoreli¿, tra gli interpreti più apprezzati da pubblico e critica internazionali c'era Alexis Weissenberg: pianista bulgaro di origine, poi parigino di elezione e che, dal 1993, si stabilì a Muzzano fino alla morte sopraggiunta nel 2012. Weissenberg verrà ricordato con una delle leggendarie produzioni audiovisive realizzate assieme a Herbert von Karajan e i Berliner Philharmoniker: l'impetuoso Concerto per pianoforte e orchestra n. 2 di Sergej Rachmaninov. Discorso radicalmente diverso — rispetto a quello dei casi individuali di grandi pianisti che hanno liberamente scelto di risiedere in Ticino — fu quello degli anarchici italiani che, sul finire dell'Ottocento, si stabilirono nella nostra regione in fuga dalle persecuzioni patite in patria. Traccia concreta di questa presenza, che non ebbe però un lieto fine, è la più celebre canzone mai dedicata alla città di Lugano: scritta dall'avvocato e attivista anarchico Pietro Gori, Addio Lugano bella è ora anche un documentario prodotto dalla RSI per la regia di Fabio De Luca.