Una mattina umida e grigia quella in cui un corpo divelto e irriconoscibile viene trovato da una coppia di ferrovieri lungo i binari della Stazione Centrale di Milano. La Polizia, una volta sul posto, non può che constatare la mancanza di un documento di identità fra i pochi effetti personali trovati appresso al cadavere. Ma com'è morto quell'uomo? Cosa ci faceva lungo i binari della Stazione Centrale? E soprattutto, chi era? Questa è la domanda principe cui vorrà dare risposta il medico legale Cristina Cattaneo, antropologa forense e Professoressa dell'Università Statale di Milano. Sono 25 anni, infatti, che Cristina si occupa di cercare l'identità di coloro che in gergo si chiamano "Sconosciuti Puri", quei corpi e scheletri che ogni anno vengono ritrovati senza documenti di identità, vittime di atti violenti oppure di semplici quanto terribili fatalità. Per Cristina, ricostruire la storia e l'identità nascoste dietro i "frammenti" di vita che approdano ogni anno sul tavolo della sua sala autoptica, in forma di resti, non è un'indagine fine a sé stessa. È una battaglia civile, condotta per cambiare per sempre l'identità della società in cui vive, una società in cui il diritto a esser seppelliti con il proprio nome non è ancora un diritto riconosciuto a tutti, e tantomeno a chi perde la vita da senzatetto, entrato a far parte delle schiere degli invisibili, o naufragando da clandestino nel Mediterraneo. Il film "Sconosciuti Puri" è il racconto di come l'indagine sulle identità dei morti senza nome si trasforma e assume il senso di un'indagine sull'identità della società contemporanea. E di come la battaglia di Cristina, perpetrata in solitudine e a tratti così visionaria da risultare senza speranza, la condurrà alla soglia della regina delle Istituzioni, il Parlamento Europeo, per porre una semplice, quanto complessa domanda: "Chi vogliamo essere?"