Nelle arti performative — intese in un'accezione ampia che si estende anche al circo e allo sport — una delle doti più rischiose, spericolate e ammirate è il funambolismo. In senso stretto e letterale, il funambolismo è l'arte di chi riesce a muoversi sopra una fune tesa: una pratica da sempre appannaggio dell'intrattenimento circense ma che in tempi recenti ha cominciato a impollinare il linguaggio coreutico e teatrale. E proprio le doti di equilibrismo tra circo, teatro e danza contemporanea sono quelle che il coreografo Yoann Bourgeois porta da anni in scena con esiti spettacolari ma al tempo stesso profondi. Il documentario Yoann Bourgeois, il poeta della vertigine di Mohamed Athamna restituisce proprio la complessità del creatore francese sia nella dimensione poetica sia in quella esistenziale. In senso lato, però, il funambolismo è anche la caratteristica di chi mostra doti prodigiose in una precisa disciplina: dal calcio alla retorica, dalla breakdance al pattinaggio. Nella musica strumentale "funambolismo" è sinonimo di "virtuosismo", e in certi casi può assumere accezioni spettacolari anche molto divertenti. Uno dei casi recenti più celebri — muovendo dalla classica verso quasi tutti gli altri generi — è quello dell'istrionico duo Igudesman & Joo e la loro più recente produzione Joyful Variations conferma la regola: la Nona di Beethoven viene usata per muoversi nei contesti più spericolati, inattesi, inventivi e, proprio per questo, pure divertenti.